L’individualismo è una maniera di sottrarsi, una maniera di chiudere la propria porta, di difendere la propria coscienza; è l’isolamento altero dell’individuo nella fortezza della sua unicità; è una secessione intellettuale e sentimentale


(Georges Palante)

 

Scegliere di appartenere ad una comunità è un aspetto interessante da analizzare quando si parla di società, di atteggiamento, di cambiamento.
Siamo abituati a vivere in un contesto che viaggia verso l’individualismo, ognuno è chiuso dentro al proprio cerchio, ne esce per espletare il necessario, probabilmente i due anni di Covid hanno aggravato una condizione che, già di per sé, era orientata verso nuclei non molto connessi con il resto della società.
C’è bisogno di vivere più in unità, con maggiore scambio, ulteriore interconnessione, più vigore nel protendere verso l’altro. Essere disponibili non vuol dire essere deboli, lo scetticismo nell’intraprendere azioni che fungano da collante tra le genti va abbattuto, lasciando invece il posto alla volontà di crescere insieme in uno scambio di esperienze significative, che siano di arricchimento per ognuno.
Abitare nello stesso luogo dovrebbe portare le persone a costruire relazioni, alleanze locali.
Gli abitanti di un posto diventano comunità nel momento in cui orientano gli sguardi mettendone a punto la direzione, gli intenti, i sentimenti.
Ogni unità ha le proprie caratteristiche, peculiarità che ne indentifica identità e originalità, creare un innesto con queste diventa interessante perché ne può nascere un centro ramificato simile a molti raggi con tanti colori diversi.
Abbandonare quindi la solitudine esistenziale per protrarsi verso il sentire collettivo, può essere un punto di partenza che porti ad una maggiore unione, una condivisione che arrivi a formare la parte coesa di cui abbiamo bisogno.
Nel viaggio attraverso le diverse tipologie di comunità si fanno largo quelle organizzazioni che puntano all’innovazione, come le Comunità Energetiche Rinnovabili-CER.
Una CER è un raggruppamento di persone, un’associazione tra più parti: amministratori locali, terzo settore, imprese, famiglie, cittadini, che unendosi si avviano a produrre energia pulita da fonti rinnovabili.
Ma la Comunità Energetica Rinnovabile, oltre ad essere il rivoluzionario sistema di autoproduzione e autoconsumo di energia prodotta con il sole e il vento, è anche un modo semplice ma allo stesso tempo pregno di sistemi innovativi, che mette in relazione più vite, realtà, condizioni sociali, organizzazioni e le lega in un patto indissolubile, quello che porta a vivere meglio, con meno costi e in un ambiente vivibile.
Le CER contribuiscono alla transizione ecologica e rappresentano il pezzo di un puzzle che sta pian piano formando un’immagine, quella di una fetta di terra nella quale desideriamo vivere al meglio, con più serenità, aria pulita e in condivisione.

 

Maria Zaccagnini – Area comunicazione Abrex